L’elogio del pollo ruspante


La fotografia non è come la bellezza, non appartiene esclusivamente all’occhio di chi la vede. E’ piuttosto arte prismatica e non minore. Riflette immagini, sensazioni, offre guizzi vitali regalando all’osservatore attento elementi per un viaggio dentro (e fuori…) il tempo, lo spazio, la società, le abitudini della gente, i passaggi culturali con le relative mode. Può diventare un gioco collettivo, ma certo è lo specchio dell’animo dell’autore che nel caso di Michele Berti ha scelto la via più difficile – il verismo – dove facile è scambiare la virtù col vizio qui rappresentato dalla cruda spettacolarità. Questo suo lavoro, che potrebbe definirsi “l’elogio del pollo ruspante” si sviluppa silenzioso su un fondale a volte cupo, di colori infernali, recuperando la dignità delle “nature morte” della grande pittura. Rende anche virtuoso un rito familiare fatto di complicità, e può assurgere a metafora. Ricorda infatti l’apologo di Menenio Agrippa il quale sull’Aventino ammonì la plebe – stomaco della società – a cooperare con tutto il corpo. Ovvero l’importanza della “buona cucina”. (Enrico Campana giornalista e scrittore esperto di micro-comunicazione).

Fai click sulla foto per ingrandire.

Questo portafoglio è stato realizzato per partecipare all’iniziativa della FIAF “Le Immagini del Gusto”. Il portafoglio è stato pubblicato nel libro omonimo e selezionato per la mostra Nazionale di Bibbiena che si è svolta dal 1 giugno al 7 Settembre lungo le vie cittadine di Bibbiena (AR).

Copyright © Michele Berti. Tutti i diritti riservati.

Torna all’inizio della pagina